venerdì 16 gennaio 2009

BRUNO E IL TENNIS


Il mio rapporto con il tennis è al quanto particolare, anche se mi rispecchia nel pieno del mio essere.
Ho sempre respirato tennis in casa, così come calcio e altri sport grazie a mio papà che è sempre stato un gran calciatore e un ottimo giocatore di tennis.
Il calcio è sempre stato lo sport più presente anche se con fedi differenti abbiamo sempre vissuto questo nostro derby familiare in maniera serena, ma il tennis lo percepivo e basta, nonostante le mille racchette che giravano per case e le infinite quantità di palline che rotolavano fuori dal ripostiglio.
Ricordo persino il tubo da 3 palline e le Dunlop bianche….che tempi!!!!
Mio papà è sempre stato un grandissimo atleta in qualsiasi sport si cimentasse, a differenza mia, dove ci ho sempre messo buona volontà ma pessimi risultati…
All’età di 12 anni impugno la mia prima racchetta (una Donnay grigio e arancio, simile a quella di Agassi ma molto amatoriale comprata all’Ipercoop) e inizio a prendere lezioni senza però appassionarmi al gioco, forse anche a causa della poca passione trasmessa dal maestro dell’epoca…l’esperienza finisce li dopo una decina di lezioni e la Donnay viene nascosta nel ripostiglio quasi stizzito e non ne voglio più sapere.
Il tennis però continua a vivere in casa, soprattutto in tv e sopratutto grazie alle racchette di papà.
Passano gli anni e per me il tennis è quello della tv o quello dei tornei di papà, mi ricordo alcune finali del mio “vecchio” una addirittura memorabile: è una domenica primaverile, arrivo giusto in tempo e vedo il palleggio di riscaldamento, premetto che non ci capivo nulla ma l’avversario mi sembra troppo più forte ogni palla a tutto braccio, delle bordate assurde, mio papà non è mai stato un picchiatore, dritto piatto e rovesci in back…ma aveva il pregio di avere una tenuta atletica fuori dal comune…
Perde il primo 7-5 dopo un ora di gioco, vince il secondo dopo un’altra oretta buona, così il suo avversario incredulo per la quantità di palle che riesce a prendere inizia a dare di matto e al terzo mio papà lo prende letteralmente a pallate…da li ho capito che il tennis è come la vita, ci vuole testa cuore e tanto sacrificio…
Così i miei idoli giovanili sono tutti giocatori di grande carattere, come Becker, Muster, Courier….
Nel 2004 mi scatta la scintilla, grazie ad un giovane che racchiudeva tutte le caratteristiche che sempre mi hanno affascinato sia nello sport che nella vita: tenacia, forza, spirito di sacrificio, umiltà e grinta e questo ragazzino è RAFA NADAL.
Mi ha folgorato mi ha acceso la scintilla e mi è tornata la voglia di giocare e non solo di guardare il tennis in tv, mi esaltavo di brutto nel vederlo esultare ad ogni punto mostrando il braccio da maciste e urlare VAMOOOOSSSS.
Quel suo essere sempre a mille e non mollare mai mi ha sempre dato carica e mi ha esaltato anche nella vita di tutti i giorni perché per me il tennis è una metafora di vita….in campo sei solo e da solo te la devi cavare, puoi ascoltare i consigli del maestro o dell’amico ma poi in campo ci sei tu con le tue capacità le tue idee e le tue invenzioni, ci sei te con il tuo coraggio e con la tua voglia di osare o di rimanere li dietro la riga o ad attaccare, ci sei te che puoi decidere se giocare a tutto braccio e col braccino, ci sei te che te ne freghi di chi ti guarda e o sei ti vuoi far condizionare…ma in tutto questo sei solo….si c’è anche il doppio così come ci sono le relazioni stabile e meno stabili nella vita…ma anche li dipende solo da te l’andamento della coppia…
Insomma il tennis come la vita è un gioco dove con impegno passione e dedizione può darti tante soddisfazioni…basta volerci giocare…New Balls Please!!!!

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